Si parla tanto, in questi ultimi anni, di una profonda crisi delle emozioni. Come se le persone avessero perso il senso dell’appartenenza all’umanità, a una civiltà. Non so se sia davvero così. Di certo quello che personalmente noto è una forte disillusione che ci fa perdere la strada. Quella sensazione di procedere da soli che appartiene a molti. La paura di non poter contare altri che su stessi.
Nelle emozioni c’è il futuro: quello concreto, quello dettato dalla fiducia. Siamo in un’epoca perfetta per sostituire la paura con la speranza.
Tornare alle emozioni significa tornare a credere nelle persone per bene. Lo ha affermato anche l’imprenditore Bruno Cucinelli, durante il suo intervento alla XIII Convention del consorzio Cgm “Tutta un’altra impresa – Sociale, creativa e sostenibile”: «Abbiamo bisogno di abbandonare la paura che ci è stata trasmessa e tornare alla speranza».
Dobbiamo recuperare la fiducia nelle persone per ritrovare anche la strada della creatività, quella che ci può condurre a un futuro migliore.
Cucinelli, durante il suo intervento, ha citato Jean Jacques Rousseau affermando che l’essere umano è creativo quando tutto intorno a lui è in pace con il creato.
Se stiamo bene, riusciamo a creare. Se rispettiamo gli altri esseri umani ridiamo valore alla dignità e con essa ci torna la creatività tipica dei momenti di serenità. «Se vogliamo essere veri e credibili, prima di tutto dobbiamo essere sempre noi stessi – ha dichiarato Cucinelli. Ed è in questa autenticità che possiamo trovare la forza per procedere e andare verso il futuro che ci aspetta, quello fatto di trasparenza. È lì che stiamo andando ma per andarci con l’atteggiamento giusto abbiamo bisogno di una civiltà di persone per bene.
Dovremmo alzare più volte al giorno gli occhi al cielo e godere dello spettacolo che ci attende. Ma dovremmo anche parlarci di più, condividere di più, ascoltarci di più.
Quando si ascolta si comprende meglio.
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