Sia chiaro sin dal principio, questo non è un post contro la tecnologia. Né tantomeno voglio invitarvi a mettere in un cassetto tablet, smartphone e altri strumenti che ci accompagnano nella nostra quotidianità. Questo è un post che invita alla moderazione. O meglio, all’equilibrio. A volte, ammettiamolo, ci facciamo prendere un po’ troppo dalla tecnologia. I ragazzi, certo, ma anche noi adulti lo facciamo. E cosi rischiamo di perderci quelle meravigliose avventure che solo la vita ci sa donare.
A volte serve un atto di coraggio per riuscire ad avere la lucidità di comprendere la differenza tra vita reale e vita virtuale. La tecnologia è una nostra alleata e amica, ha certamente cambiato abitudini e favorito il nostro lavoro e il nostro divertimento. Ma sappiamo tutti quanto sia alto il rischio isolamento. Soprattutto per i ragazzi. Del rapporto tra bambini e tecnologia si parla e scrive molto.
Personalmente non ho educato Giulia all’assenza di tecnologia. Non sarebbe giusto perché vorrebbe dire farla vivere in un mondo diverso da quello con cui si confronta ogni giorno. Però, io e mio marito, l’abbiamo educata al rispetto della vita reale, del gioco, della fantasia e del divertimento. Ha i suoi giochi sui nostri telefoni e sul tablet, ma sa che non sono accessibili in qualunque momento. Sa anche che si tratta di uno svago a tempo.
Ma la cosa più importante, credo, è aver trasmesso l’idea a Giulia che lo smartphone e il tablet non sono un modo per tenerla buona. Non vengono utilizzati per prolungare le cene a tavola con i nostri amici al ristorante o per tenerla in silenzio. Sono semplicemente degli strumenti con cui fare un tipo di gioco. Uno svago che potrebbe essere sostituito con qualunque altro. Anche a del sano tempo perso. E’ una scelta.
I ragazzi sanno stupirci. Se li educhiamo alla scelta sono molto più bravi di noi a optare per quello che li fa divertire di più.
Prendetevi qualche minuto per guardare questo corto metraggio che Giuseppe Capotondi ha realizzato per Wind e Ogilvy. Il bellissimo brano Rocket Man di Elton John fa da sottofondo musicale a una storia davvero riflessiva. Il risultato è un messaggio efficace ricco di gioia di vivere, energia, divertimento ed emozioni. Protagonista è un bambino di 12 anni che deve compiere una scelta: restare chiuso in camera vivendo una realtà virtuale o andare fuori a giocare con i suoi amici del cuore?

E dopo l’avventura reale, la condivisione diventa ancora più bella.
Buzzoole