Qualunque sia il tuo profilo professionale, se sei presente su LinkedIn anche tu contribuisci a comunicare il lavoro. Racconti la tua azienda, un frammento della tua giornata tipo, condividi immagini di eventi, commenti e dici la tua su tutto ciò che ti suscita un’emozione e non importa quale sia la sfumatura.
In questo articolo rifletto su alcuni stili di comunicazione presenti all’interno della piattaforma.
Potresti riconoscerti, prenderne le distanze o integrare la mia proposta con altri ritratti.
Il registro comunicativo che adotti contribuisce in modo significativo alla definizione della tua immagine digitale. Tu come comunichi il lavoro? Puoi decidere di prendere una posizione netta e riconoscibile o esprimere con sobrietà il tuo punto di vista.
A te la decisione del tone of voice da adoperare così come la scelta di chi e cosa leggere.

Chi parla di lavoro su LinkedIn

Come non parlare di lavoro sul social professionale per eccellenza. Quando ho effettuato l’iscrizione su LinkedIn quasi dieci anni fa per molti mesi mi sono sentita un pesce fuor d’acqua.
In quel periodo, in Italia, era frequentato soprattutto da manager e direttori del personale.
Fortunatamente non ho desistito e ho preferito osservare con pazienza le evoluzioni, formarmi per poi buttarmi con umiltà. Nel tempo ho assistito ad un avvicendarsi continuo di modalità relazionali, di messaggi e approcci tanto diversi tra loro.
Non ti nascondo che anche io nel tempo sono cresciuta e maturata soprattutto nella capacità di creare relazioni di qualità in grado di sedimentarsi offline.
Riflettendo su come è comunicato il lavoro su LinkedIn ho immaginato poi alcuni stili e ho pensato di descriverli.

Te li racconto.

Gli etici. Propongono in modo diretto e senza particolari filtri temi di approfondimento forti che attengono alle dimensioni più critiche del lavoro (sicurezza, diversity management, gender gap, etc.). Esprimono il proprio punto di vista con coerenza nel tempo (anni), si impegnano come professionisti in prima linea. Cercano di divulgare in modo rispettoso il loro pensiero all’interno della community professionale. Di certo non passano inosservati.

I narratori. Raccontano di sé, degli eventi a cui partecipano, condividono momenti della propria giornata. I post sono spesso lunghi, ricchi di dettagli e coinvolgenti. Se li segui nel tempo non potrai fare a meno di interagire con loro, ti sembrerà davvero di conoscerli da sempre.

I visionari. Sono persone particolarmente sul pezzo che riescono sempre a incuriosirmi per la ricchezza dei contenuti postati. Si distinguono soprattutto per la loro originalità. Aggiornati e competenti sui temi core del loro settore di riferimento si fanno seguire volentieri proprio per la capacità di creare aspettative e curiosità nei follower.

Gli influencer. Ne esistono per ogni settore professionale. A mio avviso si possono definire influencer quelle persone capaci di riassumere in modo equilibrato gli stili di comunicazione descritti subito sopra. Per ispirare colleghi di seniority differenti devi possedere più qualità che attengono all’etica, alla capacità di esprimersi e raccontare in modo coinvolgente, e non ultimo il coraggio di approfondire costantemente le evoluzioni di una professione. Saper costruire un network con relazioni solide improntate alla fiducia e alla reciprocità. Non seguono le mode, le interpretano e contribuiscono con informazioni fruibili.

I tecnici. Qui mi riferisco a quei professionisti che ricorrono spesso a contenuti meno divulgativi e che prediligono dati, statistiche, ricerche non sempre di facile e immediata fruizione. Le infografiche, per chi adopera tale registro, potrebbero rappresentare un giusto compromesso.

I surfisti. Cavalcano l’onda del comune sentire, delle polemiche e del gioco dei ruoli (datore di lavoro-dipendente, cliente-fornitore, HR-candidato). Entrano a gamba tesa laddove si percepisce un malcontento gettando, spesso, benzina sul fuoco. I toni sono di frequente accesi. Il seguito che riescono a sviluppare, a dispetto di loro, è animato da sentimenti autentici. Per quanto non condivida affatto questo modo di comunicare il lavoro, che ritengo poco serio e per nulla costruttivo, non posso fare a meno di rispettare chi vi rimane impigliato. Non credo abbia molto senso agitare le folle e suscitare esposizioni infelici su di un social professionale. Molto spesso gli stessi dopo poco tempo si ripropongono con lezioni di personal branding.

Comunicare per creare relazioni

Perché sei su LinkedIn? Sono sicura che, qualunque sia il tuo obiettivo, le relazioni potranno esserti d’aiuto.
La stessa piattaforma riconosce questa capacità e, in parte, ne misura la performance all’interno dell’indice SSI (verifica qui il tuo).
Quest’ultimo, infatti, analizza e mette in comparazione, rispetto alla tua rete e al settore professionale di riferimento, 4 dimensioni:

  1. Creare il brand professionale. Come ti ho spiegato in più occasioni che tu lo voglia o no siamo tutti personaggi pubblici con uno standing digitale simile a quello di un brand. Per cosa vorresti essere riconosciuto, apprezzato? Lavora in questa direzione con metodo e costanza.
  2. Trovare le persone giuste. Non conosco i tuoi obiettivi ma posso aiutarti con alcuni criteri di selezione. Richiedi il contatto a chi orbita a vario titolo nel tuo settore di interesse o di riferimento. Non accettare tutte le richiesti che ricevi anche in questo caso vale la regola della qualità intesa come strategia di network rispetto alla tua presenza sul social.
  3. Interagire con informazioni rilevanti. Content is the King. Devo aggiungere altro? Direi di no. Su Linkedin potrai parlare davvero delle mille sfaccettature del mondo del lavoro ma è il registro da tenere che dovrà essere sempre adeguato al contesto.
  4. Costruire relazioni. Su questo aspetto la piattaforma è spietata e ti valuta in modo esclusivamente commerciale. Quindi non preoccuparti se in questa voce non eccelli, cosa diversa se ricopri un ruolo sales. Potrai comunque lavorarci sopra fissando degli obiettivi.

Quello che influenza il valore del SSI è la qualità della tua partecipazione sul social.Come comunichi, quali contenuti condividi, come interagisci. Puoi usare questo indicatore per monitorare i tuoi progressi, sperimentare nuove strategie ma quello che ti assicurerà il successo sarà sempre la tua capacità di essere autentico. Vivi la tua professione al massimo, approfondisci temi di tuo interesse, apprendi dalla tua rete e riconoscile questa validità. Crea un tuo stile coerente con i tuoi valori, credici e portalo avanti. La competenza, la curiosità e la reciprocità nelle relazioni non passeranno mai di moda.

E tu in quale profilo di comunicatore ti riconosci di più?

Ti va di condividerlo?

Tagga i contatti che rivedi nelle mie descrizioni e fa che diventi un’opportunità di confronto sull’argomento.

Claudia Campisi

Questo articolo fa parte di Bloginrete de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love srl e Scoprire cose belle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.