Il mondo è più piccolo di ciò che immaginiamo. Una frase talmente banale da risultare quasi falsa, uno stereotipo al quale non prestiamo più attenzione. Oserei dire che è diventato un vero e proprio intercalare. Forse non è il mondo, geograficamente parlando, a essere piccolo ma di certo lo è l’umanità. Siamo noi esseri umani – provenienti da ogni parte del globo – a essere più simili di quel che crediamo.
Mi sono persa in un giro intorno al mondo virtuale ed è stato magnifico. Ho trascorso alcune ore su Dollar Street, la strada dell’umanità che Anna Rosling Rönnlund, fondatrice di Gapminder, ha immaginato. Una strada virtuale dove vivono famiglie provenienti da tutto il mondo – 50 Paesi al momento. Da un lato le famiglie più povere, dalla parte opposta quelle più ricche. Nel mezzo gli appartenenti a diverse fasce di reddito. Queste famiglie sono rappresentate da oltre 264 foto scattate da fotografi professionisti che raccontano la vita quotidiana, gli oggetti, le abitudini, il cibo e l’arredamento.
Il progetto è affascinante per diversi motivi. Anna Rosling l’ha ideato dopo aver dedicato oltre 15 anni ai dati statistici globali cercando di renderli quanto più possibile comprensibili alle persone. Come racconta lei stessa, più trascorreva il tempo ad analizzare e interpretare i dati più cresceva una sua grande frustrazione: per quanto fossero presentati con schemi e immagini colorate e divertenti, i dati non riuscivano a comunicare la vita quotidiana delle persone che abitano questo Pianeta.
«Le persone di cultura diversa dalla nostra ci appaiono inconsuete e a volte spaventose – afferma la Rosling – questa credenza deve cambiare. Vogliamo mostrare le persone come vivono realmente. Ci è parso naturale utilizzare le foto come dato in modo che le persone possano vedere da sé come si svolge la vita quotidiana a diversi livelli di reddito e in diversi Paesi del mondo. Dollar Street consente di visitare alcuni di questi Paesi e alcune case in giro il mondo».
Dollar Street è un progetto intelligente, di quelli che rispondono alle domande delle persone comuni. Quando io viaggio la mia mente è spesso affollata da quesiti tipo: come saranno i soffitti delle case? E i letti di questi appartamenti come sono? Come vanno al lavoro le persone? E quali abitudini hanno al mattino appena sveglie?
Visitando Dollar Street non solo si ricevono le risposte a queste domande, ma emergono alcune riflessioni importanti che portano tutte a una considerazione necessaria sul genere umano : in ogni parte del globo i bisogni primari delle persone sono identici. Abbiamo tutti la necessità di dormire in un letto comodo, lavarci i denti appena svegli, andare al lavoro, mangiare del cibo. Ciò che cambia è solo la modalità, il mezzo, l’oggetto.
Dollar Street consente di recuperare l’idea di uguaglianza e di somiglianza tra esseri umani e invita a riflettere sulle diversità dettate unicamente dal reddito economico. Nel lato povero della strada le persone si lavano i denti con le dita e degli elementi naturali ma proseguendo su Dollar Street cambiano le immagini e si mostrano gli spazzolini da denti in plastica con le setole.
Più tempo si trascorre in questa via virtuale, più diventa chiaro che tutti abbiamo le stesse esigenze primarie e gli stessi desideri. Quando cresce il reddito, la tendenza è quella di spendere più denaro che si viva in Cina, in Europa, negli Stati Uniti o in Cameroon. A fine giornata desideriamo tutti un tetto sopra la testa e un letto comodo dove dormire. Risulta chiaro, soprattutto, che abbiamo molto in comune con le persone che vivono dall’altra parte del mondo. Più di quanto si possiamo immaginare.
«Il mondo fa meno paura di quel che si possa pensare – afferma Anna Rosling – la maggior parte delle persone lotta con i propri impegni quotidiani e non sono affatto né inconsuete né spaventose».
Mi sono innamorata di Dollar Street, ci torno ogni tanto e mi lascio conquistare dalla bellezza del genere umano.
Questa strada cosi ricca di significato dovrebbe diventare una passeggiata quotidiana per tutti.
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