Le fake news non sono il vero problema dell’informazione. La qualità delle notizie che ci vengono proposte ogni giorno, invece, lo è. Ma di fake news si parla ogni giorno. E dovendo comunque relazionarci con esse è bene comprendere come non farsi ingannare la prossima volta. Non riconoscerle significa contribuire alla loro diffusione. E in quanto lettori ognuno di noi ha una responsabilità importante in questo senso.
Non farsi ingannare dalle fake news è una scelta che richiede anche una certa dose di impegno. Credo però sia diventato inevitabile oggi. Non possiamo più pensare di sottovalutare il genere di notizie che leggiamo. Siamo sottoposti al flusso continuo di storie e ne siamo anche i megafoni. Quando condividiamo una notizia sui social media influenziamo in qualche modo le persone che sono a noi collegate e lo stesso accade quando ne parliamo a cena con gli amici o in famiglia.
Qualche tempo fa, cercavo un ristorante online. Ci ho impiegato un po’ di tempo perché ho analizzato le recensioni, guardato le immagini dei piatti e dei locali, mi sono chiesta se andasse bene per l’occasione. Dopo averlo trovato nella mia mente è nata una domanda: perché impieghiamo così tanto tempo a cercare l’opzione giusta per il nostro tempo libero e dedichiamo pochi secondi di attenzione alle notizie che ci piombano addosso? A volte solo il tempo di leggere un titolo.
È stato interessante ritrovare questa riflessione – più approfondita – nel libro La Disputa Felice di Bruno Mastroianni dove si parla di «consapevolezza sull’attendibilità dei contenuti in cui ci imbattiamo quando consultiamo i social e il web in generale». Una consapevolezza che richiede impegno e approfondimento.
Mastroianni identifica 5 domande semplici da porsi nel momento in cui ci si trova di fronte a un contenuto informativo.
- Chi lo dice?
Individuare la fonte è il primo step, quello che riesce a smascherare l’80% dei contenuti inattendibili. Quando in una notizia non è indicata la fonte allora probabilmente è un contenuto infondato. - Quando è stato detto?
Capita che la fonte sia indicata e sia anche autorevole ma manca la data. Pensa alle volte che ti è capitato di notare, sui social, un’immagine relativa a un evento realmente accaduto nel passato che viene proposta come attuale. - Qualcuno o qualcosa lo conferma?
Quello che leggiamo o ascoltiamo deve essere verificabile. Prendiamo in considerazione tutto ma ci diamo il tempo di capire se possiamo darlo per buono. Se non è verificabile è un’ipotesi, un’idea o una suggestione. - Chi lo conferma ha la giusta competenza?
Le fonti sono tutte diverse. Puntiamo alla qualità, quindi. Se hai un dubbio cerca sul web chi possa essere più titolato a confermare una certa notizia. - C’è un’altra versione?
Confrontare. Lo facciamo per i nostri acquisti online, facciamolo per le notizie. Una seconda versione – o anche una terza – ci mette al riparo da notizie false o incomplete.
Può apparire macchinoso ma l’obiettivo è di attivare una buona abitudine che, come scrive Mastroianni, ha lo scopo di «sviluppare una forma mentis capace di distinguere in poco tempo le informazioni buone da quelle provvisorie e avvertire la presenza di manipolazioni o “aggiustamenti”».
Tra le notizie di qualità si nascondono le junk news che, esattamente come il cibo spazzatura, alimentano i nostri pensieri e determinano il nostro atteggiamento. Ecco perché, macchinoso o no, esserne consapevoli e agire di conseguenza è una scelta che merita il giusto tempo e la giusta attenzione.
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