Ogni mattina leggo il Buongiorno di Massimo Gramellini su LaStampa.it. Amo la sua scrittura e il suo modo di entrare nella testa e nei sentimenti di tutti noi. Questa mattina però mi stavo perdendo le sue meravigliose parole. Il mio amico Lino – che qui avete letto diverse volte e che ringrazio – mi ha prontamente scritto invitandomi a leggerlo per trarre spunto per una good news. Ho lasciato quel che stavo facendo e mi sono precipitata sul sito del giornale. Ancora una volta mi sono resa conto di come nulla accada per caso. Già, perché Gramellini mi ha risvegliato nella mente un tema che avrei voluto affrontare nei giorni scorsi. Lo avevo messo da parte, forse aspettando il momento giusto che, a quanto pare, è arrivato oggi. Il tema è : la famiglia.
Siamo abituati a intendere la famiglia nel suo significato più scontato: «Nucleo elementare della società umana, formato in senso stretto e tradizionale da genitori e figli, con l’eventuale presenza di altri parenti» (rif. Dizionario della lingua italiana). Ma la vita non va nella stessa direzione per tutti. Tralasciamo – almeno per ora – che questo è un bene e soprattutto ha un significato legato al nostro essere a questo mondo e cerchiamo di andare più a fondo nel significato di famiglia.
La versione tradizionale composta da genitori e figli esiste per la maggior parte di noi. Ma è l’unica idea di famiglia che si può avere?
Io non credo. Esistono famiglie straordinarie che la società definisce “allargate” che per me sono un grande esempio di amore e civiltà, esistono famiglie omosessuali che si danno amore e ne donano ai bambini più di quanto farebbe una coppia “normale” (odio questo termine ma credo renda l’idea). E quindi, cosa è la famiglia esattamente?
[Tweet “Famiglia è dove c’è amore.”]
Io sono tra le persone che ancora può vantare una famiglia molto unita che si ama e si supporta in ogni difficoltà come in ogni successo. Ci sono persone, però, che hanno perso i genitori da piccoli o più recentemente, che hanno chiuso i ponti con i propri familiari di sangue o che – nella situazione più brutta – sono stati abbandonati sin dalla nascita. Queste persone non hanno famiglia, si dice. Non è cosi. Perché se, come dovremmo fare sempre, aprissimo la nostra mente e andassimo oltre scopriremmo che la famiglia è anche un «insieme di persone o cose legate da affinità o vincoli comuni» (Rif. Dizionario della lingua italiana). Se volessi dare una mia interpretazione direi che la famiglia è dove c’è condivisione, accoglienza, gioia e amore.
Questo significa che nessuno di noi è senza famiglia. A guardar bene ci sono famiglie composte da amici, colleghi, collaboratori, compagni di vita, bambini, vicini di casa.
Anche chi sente di esserlo perché non ha più comunicazione con quelli che sono i legami di sangue. Tutti abbiamo una o più persone su cui fare affidamento nei momenti di difficoltà, da chiamare per condividere un successo, da riunire a casa per una cena o da coccolare durante le feste. Anche un vicino di casa o un’amica di sempre sono parte della famiglia.
Anche due uomini possono dare un senso alla vita di un bambino, cosi come possono farlo due donne. Lasciamo che ognuno viva la sua libertà, diamo vita a una  società civile senza legarci a polemiche sterili e prese di posizione che non hanno alcun senso. Perché, io ve lo dico, poi succede che di fronte a una coppia gay che si ama davvero vi trovate a dire “è la più bella coppia che conosca: complice, gioiosa, matura e piena di amore”. A me è successo. Una delle coppie che per me rappresentano un vero esempio di rapporto felice è composta da due uomini. Sono fiera di averli nella mia vita, sono fiera di farli vivere a mia figlia e sono grata di poter imparare da loro ogni giorno. Loro fanno parte della mia famiglia.
La storia di Gramellini? Vi invito a leggerla…