Che cos’è la gentilezza? Credo che il modo migliore per definirla sia “essere aperti al mondo”. Quando siamo aperti osserviamo il mondo che ci circonda, notiamo più cose straordinarie, apriamo il cuore agli altri e ci viene spontaneo amplificare la nostra gentilezza. Anche coltivare la gratitudine è un ottimo modo per essere gentili: diversi studi scientifici hanno dimostrato che le persone grate sono più predisposte all’empatia e a compiere dei gesti altruisti. Ma si può diventare gentili o incrementare questa attitudine?

Come per la felicità e per la gratitudine, ritengo che anche la gentilezza si possa allenare. Il motivo è semplice, parliamo sempre di un’abitudine che porta una nuova e diversa vitalità alla nostra vita e che genera altre nuove abitudini dello stesso tipo.

La gentilezza è il motore della condivisione. È gratis, ci fa stare bene ed è totalmente sotto il nostro controllo. Perché allora è cosi difficile essere gentili in ogni singolo attimo della nostra giornata? Perché cadiamo nel giudizio degli altri e di noi stessi? Il mio pensiero è che semplicemente siamo chiusi al mondo esterno. Tendiamo a vedere ciò che vogliamo vedere, a sentire ciò che vogliamo sentire, a circondarci delle persone che condividono con noi esperienze e gusti. E tutto il resto? Tutto il resto è fuori.

[Tweet “Non trascurare, semplicemente, ciò che puoi fare. Jim Rohn”]

Voglio sollecitare la tua attenzione con alcune riflessioni. Le condivido perché mi appartengono ma ti prego di cogliere solo ciò che risuona in te, di portarle nella tua vita e vedere ciò che accade. Prendi ciò che ha senso per te.

  • Come posso aiutarti?

Questa semplice ma potente domanda è parte del nostro patrimonio linguistico ma la usiamo poco. Comincia a usarla di più. Oggi chiedi a una persona “Come posso aiutarti?”. Fai la stessa cosa con una persona appena incontrata o che noti essere in difficoltà per strada, per esempio.

  • Perdono.

Il perdono è un atto di gentilezza. Quando perdoniamo diciamo si alla vita e al nostro benessere. Quando ti trovi davanti a una persona che ti ha ferito in passato osservalo con altri occhi. Ha la sua storia e tu la tua. Ma tu cosa scegli? La rabbia del rancore o la leggerezza di chi ha perdonato?

  • Gratitudine.

La gratitudine porta gentilezza. Quando siamo grati generiamo un atteggiamento positivo e costruttivo verso noi stessi e verso il mondo esterno. Chi è grato si sente ricco e quando ci sentiamo ricchi tendiamo a donare di più. Alcuni studi scientifici degli ultimi anni hanno dimostrato che le persone che tengono un diario della gratitudine sono più inclini alla socialità e alla condivisione. Quindi, essendo la gentilezza alla base della condivisione, sono persone più gentili.

  • Sorriso.

Il sorriso è il linguaggio universale della gentilezza. Quando incontriamo uno sconosciuto e sorridiamo accade sempre una magia. Te ne sei mai accorto? Il sorriso favorisce la complicità, la comprensione e l’empatia. Impariamo a sorridere di più. A volte non ci sono altri atti di gentilezza che occorrono, un sorriso fa miracoli. Un modo per dire “ci sono!”.

  • Non dare per scontato nessuno.

Ti sei mai reso conto che proprio le persone che hai accanto ogni giorno sono quelle a cui dedichi meno atti di gentilezza? Come possiamo essere gentili con il partner? E con un genitore? Come possiamo alimentare la gentilezza nei confronti di un figlio?

Queste piccole riflessioni non chiedono di fare l’impossibile ma di fare ciò che è semplice. Portarne nella tua vita almeno una è già un atto di gentilezza di per sé.