La gratitudine nelle difficoltà è un’esperienza unica. Dopo sei anni, mi trovo ancora a provare stupore per ciò che riesce a generare. Si materializza qualcosa di speciale nella vita di una persona che sceglie di cercare motivi per cui provare gratitudine e gioia. Non credo si tratti solo di una scelta di comodo per essere felici, ritengo che sia un’evoluzione profonda che consente di vivere con un’attitudine più costruttiva anche le difficoltà.
Lasciando da parte il pensiero ingenuo che chi è grato ha i paraocchi, in realtà la gratitudine è un’alleata molto potente proprio nei momenti di maggiore difficoltà. Quello che accade, tenendo per esempio un diario della gratitudine, è che il nostro cervello si allena a fare una ricerca più orientata al costruttivo che al distruttivo. Lo abituiamo, questa è la “magia non magia”. E ciò che rende tutto questo straordinario, a mio avviso, è il fatto che viene attivato da noi. Non c’è nessuno che può allenarci alla gratitudine: siamo noi a poterlo fare. Questa è la sua semplicità ma anche la sua forza.
La gratitudine nelle difficoltà genera un flusso di amore e gioia.
Questo flusso potente di amore, gioia, generosità e bellezza non si ferma mai. Una volta attivato e allenato costantemente riesce a sorprenderci anche durante quelle giornate che definiamo difficili o i periodi della vita che portano il cappello di “sfida” sulla testa. Quando la mente si concentra sui problemi li ingigantisce e crea una rete distruttiva che ci manda in loop, sempre più a fondo. Se troviamo il coraggio e la fiducia per spostare lo sguardo di un millimetro rivolgendolo a ciò che di grandioso abbiamo attorno, allora è fatta davvero.
L’attitudine alla gratitudine ci spinge a scrivere thank you note o e-mail a un collega che ha in qualche modo contribuito alla nostra vita, oppure a iniziare una mail abituale con poche ma efficaci parole di ringraziamento. Ci porta anche a fermarci, di tanto in tanto, per godere di ciò che abbiamo intorno in quel momento. E ancora ci permette di osservare le persone con cui ci relazioniamo in modo differente.
Tutto questo è una sorta di rielaborazione completa della realtà. Quando questa modalità è attivata e ben consolidata riusciamo anche a sbirciare nel nostro passato trasformando le emozioni di un tempo in un processo logico.
Mi sono chiesta spesso perché la gratitudine sia cosi efficace. La risposta che sono riuscita a darmi è che la vita, in realtà, non è definita dalle grandi imprese ma dalle piccole azioni, proprio quelle che talvolta non compiamo. L’unico modo, in fondo, per arrivare alle grandi imprese.
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