Il nostro cervello ha un compito: difenderci da ciò che è pericoloso. Nel corso della nostra evoluzione sono cambiati i pericoli ma è rimasta invariata l’attenzione a ciò che spaventa. Si tratta di uno dei bias cognitivi: l’istinto della negatività. È intorno a questo che ruota l’informazione da sempre e oggi un po’ di più: produrre notizie che raccontano tragedie, disfatte e fallimenti per attirare la nostra attenzione. Questo comporta una percezione della realtà distorta: mentre il mondo sta migliorando noi continuiamo a pensare che non sia così perché da ogni dove ci raccontano l’esatto contrario.

Riflettendo sugli stimoli che riceviamo oggi dai media di ogni genere è diventato necessario – per non finire nella fossa della distruzione – riuscire a controllare l’istinto alla negatività che ci appartiene in quanto esseri umani.

Un beneficio temporaneo si ottiene bilanciando le notizie negative con qualche notizia positiva in più.  Non è però sufficiente perché non è di buone notizie che abbiamo bisogno quanto di storie costruttive e di un giornalismo che educa. Interessante è il suggerimento di Hans Rosling, medico e statistico svedese autore del libro illuminante “Factfulness”.

La proposta di Rosling è di elaborare, di volta in volta, due pensieri contemporanei nella propria testa. Ogni situazione che ci viene presentata, in sostanza, può essere sia migliore sia negativa.

“Immaginate che il mondo sia un neonato prematuro nell’incubatrice. Le sue condizione di salute sono molto critiche, e la respirazione, la frequenza cardiaca e altri parametri vitali vengono monitorati costantemente per registrare subito eventuali miglioramenti o peggioramenti. Dopo una settimana, il piccino sta molto meglio. Tutti i valori sono migliorati, ma l’incubatrice è ancora necessaria perché il suo stato di salute rimante precario. Ha senso affermare che la situazione stia migliorando? Assolutamente sì. Ha senso dire che è grave? Assolutamente sì. Dire “Le cose stanno migliorando” implica forse che vada tutto bene e che possiamo rilassarci ed evitare di preoccuparci? Niente affatto. È utile dover scegliere tra grave e peggiore? Certamente no. La situazione è entrambe le cose. È sia grave che migliore. Migliore e grave allo stesso tempo. È così che dobbiamo vedere lo stato attuale del mondo”.

Hans Rosling

Basterebbe, del resto, fermarsi a riflettere per accorgersi che i cambiamenti positivi sono più numerosi e diffusi altrimenti la nostra società non potrebbe progredire come sta accadendo. La differenza, rispetto a quelli negativi, è che non arrivano fino a noi e non ci vengono proposti allo stesso modo. Spetta a noi andarli a cercare. Nessuna censura alla realtà, quindi, ma ricordiamo sempre che è molto più semplice ricavare una storia di crisi da cambiamenti repentini e importanti che non da un miglioramento a lungo termine.

A questo proposito amo citare Bill Gates quando, in modo provocatorio, afferma “nessuno avrebbe il coraggio di organizzare una conferenza stampa per parlare dei bambini che NON sono morti di malaria”.

Nessuno ne avrebbe il coraggio, forse è vero, ma noi potremmo andarcela a cercare quella notizia.