Cambiare il modo in cui abbiamo l’abitudine di leggere le notizie. Abbiamo compreso essere questa una delle necessità del nostro tempo. Ci si chiede come fare tralasciando una riflessione ancora più importante: perché farlo. Qui risiede il nostro grande potere. Di fronte a una necessità di cambiamento è nel perché che troviamo la forza e la consapevolezza, la determinazione e la strada. Il come non è che una conseguenza di questa scelta.
Proviamo allora a definire perché potremmo scegliere di diventare più critici nella lettura delle notizie e, di conseguenza, proattivi. Buona parte delle nostre credenze e opinioni si generano dall’ascolto e dalla lettura dei media. Ma c’è una sfumatura importante che tralasciamo.
Ciò che accade è che alcune delle opinioni di cui noi viviamo sono create per noi e dipendono dalla fonte delle nostre informazioni. Ognuno di noi ha le proprie preferenze in fatto di media: giornali, siti web, trasmissioni, account social, radio. Chi, di noi, si prende il tempo per incrociare le notizie che legge cercando nuove prospettive e punti di vista in modo da arrivare a una riflessione personale più completa?
In questa società che corre veloce abbiamo il forte desiderio di essere al corrente di ciò che accade nel mondo ma non investiamo il tempo necessario per comprendere cosa accade nel mondo. Ci limitiamo alla nostra fonte di informazione principale illudendoci di essere, in questo modo, ben informati. Abbiamo fatto il compitino.
Sarebbe interessante sapere se, per esempio, ti sei mai preso il tempo per iniziare un viaggio personale in una storia che ti è stata presentata sui media. Ti sei mai spinto nella ricerca di come stavano le cose qualche mese fa rispetto a quella storia e di come è evoluta, per esempio?
La sensazione è che oggi veniamo nutriti di informazioni decise da altri. Ci limitiamo a prenderle per buone senza spingerci alla ricerca e alla costruzione di un’opinione personale.
Il risultato di tutto questo è che ci troviamo a pensare in un determinato modo senza sapere quale sia la natura del nostro pensiero. Ignoriamo il perché della nostra opinione. Accade per un motivo sostanziale: i media hanno il potere silenzioso di dirci cosa pensare – scegliendo cosa raccontare – ma anche come pensare – dando risalto a una o l’altra sfumatura del fatto. Le notizie che leggiamo danno forma al nostro pensiero, alle nostre credenze e alle nostre opinioni. Sono fatte per questo.
Mi viene in mente l’abitudine consolidata e condivisa dello scrittore britannico Richard Watson, fondatore di What’s Next: leggere le notizie giorni o settimane dopo il fatto per riuscire a porre l’evento in un contesto molto più ampio del momento stesso in cui si è verificato.
“Relax. Le notizie importanti ti troveranno. Lo faranno”
Richard Watson
Il nostro perché, quindi, è la ricerca di un’opinione che sia davvero personale e sia frutto di una ricerca e di un approfondimento delle storie che colpiscono la nostra attenzione sui media. Niente blackout informativo, quindi, ma il valore della curiosità e della scelta.
Scrivi un commento