Accedere alle notizie quotidiane è un po’ come accedere ad un ampio catalogo di personalità e caratteri umani. Le storie che leggiamo ogni giorno ci raccontano il paese in cui viviamo attraverso i fatti che vengono intercettati da chi fa informazione. La domanda che vale la pena porsi è: quale tipo di immagine ci viene restituita?

Sono articoli che hanno un impatto importante su di noi. Più di quello che possiamo immaginare. E sono letti da milioni di persone al giorno.  Sono quelli che raccontano violenza, tragedie e atti inconsulti. Ne siamo così presi che finiamo per dare loro più spazio delle pagine di un buon libro o di una sana conversazione con le persone che fanno parte della nostra vita.  Purtroppo però penetrano nella mente e influenzano il nostro modo di vedere gli sconosciuti. Dopo queste letture molte cose diventano più difficili. Cala la fiducia nell’altro, per esempio, ma anche la nostra serenità nel condurre la vita di tutti i giorni. Diventa complicato non cadere nei pregiudizi sociali e ci sentiamo in dovere di schierarci da una parte o dall’altra a seconda del tema trattato. Sei a favore o a torto rispetto all’aborto? Sostieni questo politico o sei contro di lui? Pensi che il gender gap esista o no?

E le sfumature? Quelle meravigliose esperienze che ci farebbero dire: sono contro l’aborto a meno che non ci sia un rischio di malattia grave o sono a favore all’aborto ma non se appare come un capriccio. Quel politico non mi piace ma quando parla di questo argomento mi trovo d’accordo con lui. Il gender gap esiste ma solo in alcuni ambienti è amplificato in altri no e sono di grande esempio.

Le sfumature che rappresentano la realtà che viviamo

Ho provato a chiedere, negli anni, a qualche direttore di giornale perché scegliesse di raccontare la parte meno costruttiva della nostra esistenza e in modo così insistente. La risposta è sempre stata la stessa: siamo tenuti a raccontare la verità. La mia domanda successiva era: ma secondo voi, quindi, la realtà è questa e solo questa? Risposta: no, certo, ma questa risulta più interessante per il lettore.

È davvero così? È quello che vogliamo? Io non lo credo e per questo ti invito a selezionare per bene le notizie che vuoi approfondire e le fonti a cui affidare la tua informazione. Perché siamo osservati ed è tempo di dare nuovi input ai media.

Non è il giornalista a decidere ciò che accade in un paese, certo che no. Esistono davvero storie terribili e tragedie impensabili. Ci sono atti di violenza inaudita e azioni che appaiono incomprensibili ai più. Ritengo anche io che sarebbe un tradimento della nostra missione giornalistica evitare di raccontare questi fatti per tenerne lontani i lettori. I giornalisti hanno il dovere deontologico di condividere le verità del paese con franchezza e coraggio. Il punto, quindi, non è evitare queste notizie ma fare in modo che non siano le uniche che vengono proposte al lettore.

In ogni paese del mondo, in un preciso momento, si verificano una quantità di fatti che raccontano il mondo in tutta la sua complessità. Ci saranno pedofili e assassini ma anche decine di milioni di persone che non amano violentare i bambini o ammazzare qualcuno. Ci sarà chi soffrirà di depressione per la forte crisi economica ma anche chi saprà tenere duro nonostante le difficoltà. Ci sono i rivoltosi che scenderanno in strada per manifestare ma anche chi trasformerà lo stress grazie al giardinaggio. Qualcuno frequenterà feste private con celebrità ma altri sapranno godersi il piacere di una vita tranquilla in famiglia.

Le innumerevoli versioni differenti della realtà

Tutto questo esiste e lo sappiamo. Esistono innumerevoli versioni differenti della stessa realtà. Così tante che risulta riduttivo pensare di fotografare un paese ogni giorno e riportarne le storie intercettate pensando di aver offerto la versione più fedele alla realtà possibile.

Quello che possono fare i media, in realtà, è forgiare la realtà sulla base delle scelte fatte. Ed è questo il potere enorme che appartiene a chi fa informazione oggi: il potere di creare l’immagine che noi tutti abbiamo delle altre persone  e di delineare il volto della nazione. Affermazioni come “gli italiani sono fatti così” arrivano tutte da un percorso culturale che i media hanno contribuito a costruire.

Se ci viene raccontato che l’Italia non è un paese per fare business difficilmente ci metteremo in moto per realizzare un nostro progetto imprenditoriale; se leggiamo che in una città c’è un alto numero di persone violente non ci viviamo volentieri e la evitiamo anche per turismo. Se accettiamo il fatto che tutti i politici sono bugiardi distruggeremo la nostra speranza per dare spazio a critiche e derisione.

Il nostro livello di fiducia nella realtà che ci circonda dipende dalle notizie quotidiane che scegliamo di alimentare. Ma se ci fermassimo solo un attimo a pensare alle storie lette nelle ultime ore ci accorgeremmo che ci raccontano una realtà molto lontana da quella che abbiamo vissuto. E non perché non siano vere ma perché sono una minuscola parte – per lo più minoritaria – dei fatti che sono accaduti. La maggior parte di ciò che accade nelle nostre vite è decisamente più gradevole, ispirante e costruttivo.