Tempo libero, scuola, lavoro: la nostra sfera sociale è decisamente ristretta. Restiamo in connessione con persone simili a noi per sentirci a nostro agio. Poi accade che cerchiamo nuove idee, un nuovo lavoro, nuove risorse e nuove soluzioni e in quel momento ci rendiamo conto di quanti pochi stimoli otteniamo dalla nostra cerchia ristretta. La verità è che le più grandi opportunità non nascono dai legami forti – la cerchia di familiari e amici – ma da quelli deboli. Dalle persone che abbiamo appena incontrato o da quelle che ancora dobbiamo incontrare.
Nel suo saggio “La forza dei legami deboli”, il sociologo Mark Granovetter racconta di aver condotto uno studio chiedendo a un gruppo di persone come avessero trovato lavoro. La scoperta è stata interessante: la maggior parte di loro aveva trovato nuove opportunità professionali grazie a persone appena incontrate. Niente contatti che arrivano dal papà, da fratelli o migliori amici.
Riflettendo sui legami forti viene da pensare, in effetti, che si tratta di connessioni ridondanti e spesso sempre uguali a se stesse. I legami definiti deboli da Granovetter, invece, sono il nostro biglietto da visita per viaggiare verso un nuovo universo sociale. Tutto da scoprire.
Ogni giorno ci vengono offerti biglietti di prima classe per affrontare questo viaggio ma noi non sempre ne facciamo buon uso. Li sprechiamo preferendo di gran lunga restare vicino a casa.
Ti accorgi immediatamente se la tua rete sociale è troppo prevedibile. Ti basta considerare le tue abitudini quotidiane, le persone che incontri, i luoghi che visiti, gli spazi temporali in cui ti muovi. Certamente è una rete efficace, questo non si discute, ma non è stimolante perché ti spinge a incontrare sempre le stesse persone.
Allora prova a rendere la tua rete sociale mento efficiente: cambia anche solo un’abitudine, un orario o un luogo. Ti accorgerai di incontrare una rete di persone completamente diversa.
Questo è già un passo interessante ma occorre impegnarsi un po’ di più. Ogni volta che incontriamo persone nuove attiviamo in modo automatico alcuni filtri del tipo: “è interessante” oppure “non è interessante” o ancora “mi infastidisce” o “mi è simpatico”. Si tratta di sensazioni. La sfida affascinante è quella di abbattere questi filtri: crea un contatto con la persona che ritieni meno interessante. E se ami le sfide più toste allora cerca una connessione con la persona che ritieni più irritante.
Il perché di queste sfide viene spiegato dagli studiosi come l’opportunità di forzare noi stessi a vedere ciò che non vogliamo vedere, entrare in contatto con chi non avremmo mai contattato, andare contro il nostro senso di scelta. Così ampliamo il nostro universo sociale e di certo apparecchiamo l’occasione per una nuova opportunità.
Per ottenere la casualità, talvolta, devi pianificarla. Appare come un paradosso ma di fatto è ciò di cui abbiamo bisogno.