La lettura è un’attività fondamentale per lo sviluppo dell’individuo e della società in cui vive. Leggere è un’attività da cui dipende non solo la crescita intellettuale ed emotiva della persona ma anche lo sviluppo economico di un paese.
Lo hanno capito tutti i paesi industrializzati che hanno elaborato programmi per diffondere l’abitudine alla lettura, attuando strategie e modalità diverse: sostegno alle attività organizzate da scuole e biblioteche, festival e premi letterari, iniziative progettate da associazioni e altri soggetti pubblici o privati. Nei paesi industrializzati i progetti di promozione alla lettura non sono considerati sprechi di denaro pubblico, di tempo e di energie, ma veri e propri investimenti per il futuro.
L’analisi delle iniziative portate avanti dagli altri paesi è un punto di partenza obbligato per riflettere meglio sulla situazione italiana e spronarci a fare altrettanto per avvicinare gli italiani ai libri e coltivare l’amore per la lettura.

L’analfabetismo, una piaga mondiale

Uno studio dell’UNESCO stima che ancora oggi nel mondo ci siano circa 750 milioni di analfabeti, cioè di adulti che non sanno leggere e scrivere. A questo numero spaventoso di analfabeti si affianca il numero altrettanto preoccupante e in costante crescita di chi ha scarsa capacità di lettura e di scrittura, cioè di coloro che in teoria sanno leggere e scrivere, ma in pratica non sanno comprendere ciò che leggono e scrivono in modo scorretto. Si tratta degli analfabeti funzionali, o analfabeti di ritorno, che nella definizione del rapporto Piaac-Ocse non sanno “comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità.”
Sfatiamo un luogo comune: l’analfabetismo non è prerogativa dei paesi poveri, ma è un problema che coinvolge anche l’Europa, dove vivono numerosi cittadini che non hanno raggiunto sufficienti competenze di lettura.
Secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Psychology in Europa gli analfabeti funzionali ammonterebbero a circa 80 milioni di individui e in Italia ci sarebbe la concentrazione più alta (47%).
Questi dati sconfortanti vengono aggiornati ogni anno in occasione della Giornata internazionale dell’alfabetizzazione, istituita nel 1965 per ricordare alla comunità mondiale l’importanza dell’alfabetizzazione.
L’alfabetizzazione letteraria e numerica e l’aiuto a colmare eventuali lacune negli adulti costituiscono il Sustainable Development Goal 4 dell’Agenda 2030, la lista degli obiettivi sottoscritti dai capi di stato di tutto il mondo nel settembre 2015 per lo sviluppo sostenibile.

La literacy, un obiettivo da raggiungere

La capacità di lettura e l’aumento del numero di lettori costituiscono l’obiettivo delle iniziative di promozione della lettura che ogni paese europeo mette in campo per contrastare l’analfabetismo primario e quello di ritorno.
Saper leggere è il punto di partenza imprescindibile dell’alfabetizzazione, considerando che chi non raggiunge sufficienti competenze nella lettura, non le raggiungerà nemmeno nella scrittura, sarà più esposto al rischio di abbandono scolastico, con un impatto negativo sulla sfera personale e il livello socio-economico.
Il termine literacy indica non solo la capacità di lettura, ma anche di scrittura, di ascolto, di conversazione e di creazione di testi multimediali.
Diverse sono le iniziative e i programmi realizzati per sostenere la literacy nei paesi europei ed extra europei, che, secondo i risultati dello studio OCSE PISA 2012211, hanno ottenuto un posizionamento, nella capacità di lettura, superiore alla media OCSE PISA. Questi paesi sono la Cina Hong Kong, Giappone, Finlandia, Irlanda, Canada, Polonia, Nuova Zelanda, Australia, Olanda, Svizzera, Belgio, Germania, Francia, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti.
Nella classifica l’Italia occupa posizioni inferiori alla media OCSE PISA e paragonabili a quella di Spagna e Portogallo.

Promozione alla lettura a scuola, ma non solo

Le strategie di promozione alla lettura messe in campo dai paesi più avanzati sono varie e non riguardano solo e soltanto il mondo della scuola. La responsabilità dell’educazione alla lettura, infatti, non è esclusivo appannaggio della scuola, dato che sono i luoghi e le situazioni riconducibili alla vita di tutti i giorni ad offrire a bambini, adolescenti ed adulti la possibilità di migliorare le proprie capacità di lettura.
Per promuovere la lettura ai bambini e ragazzi è necessaria innanzitutto la collaborazione dei genitori.
L’atteggiamento dei genitori ha una forte influenza sui figli e sulla loro motivazione alla lettura, dalla prima infanzia alla scuola secondaria. In particolare, i genitori influenzano i propri figli se si fanno vedere abitualmente impegnati nella lettura e se parlano dei libri che leggono. Inoltre, i bambini che crescono in case con molti libri imparano a leggere prima e meglio degli altri. E’ per questo che in ogni casa dovrebbero essere disponibili e ben visibili non solo libri, ma anche altri materiali di lettura come fumetti, giornali, riviste.
Spesso, tuttavia, gli adulti di riferimento non sanno da dove partire né come fare. In Germania esiste il programma Mein Papa liest vor rivolto ai genitori di bambini fino ai dodici anni che mira a responsabilizzare il ruolo del padre come modello di riferimento per stimolare la passione alla lettura dei figli.


Se è fondamentale avere a disposizione del materiale di lettura nelle case, come aiutare quelle famiglie che non possono permettersi di acquistare libri? In Nuova Zelanda Alan Duff attraverso l’associazione no profit Alan Charitable Foundation ha lanciato il progetto Books in Homes che mira a portare libri in dono ai bambini che vivono situazioni economiche svantaggiate.
I libri devono essere sempre presenti nella vita quotidiana delle persone, e non solo nelle case, a scuola o nei luoghi dove ci aspettiamo di trovarli, come le biblioteche e le librerie. Ogni luogo può essere adatto a stimolare alla lettura, o almeno a ricordarcene l’esistenza.
In Germania esistono Leseclubs, veri e propri club extrascolastici in cui bambini e giovani dai 6 ai 12 anni si trovano regolarmente per giocare, sviluppare la creatività e anche leggere. Sono arredati e attrezzati con supporti audiovisivi, computer e angolo biblioteca dove possono sperimentare un nuovo approccio ai libri.
In Polonia il Big Book Festival di Varsavia organizza letture e incontri in spazi insoliti come bar, grandi magazzini, musei, case private e perfino stazioni ferroviarie, facendo entrare la lettura nei luoghi frequentati quotidianamente dalle persone.


Il successo di un programma di promozione della lettura dipende anche dalla scelta di contenuti e materiali adatti all’età di riferimento e al genere. Per i bambini e ragazzi, a esempio, è vincente proporre iniziative di promozione alla lettura con modelli maschili legati alle loro passioni.
Nel Regno Unito il progetto Premier League si rivolge ai bambini della scuola primaria che non hanno raggiunto i livelli di alfabetizzazione e di lettura previsti per la loro età. Per motivare i ragazzi e aiutarli a raggiungere gli obiettivi vengono coinvolti campioni della Premier League che fanno un percorso insieme a loro e li ricompensano con dei premi.
C’è poi una fascia della popolazione particolarmente vulnerabile, quella degli immigrati, che dovrebbero poter contare su un supporto supplementare. La Nuova Zelanda è uno dei Paesi del mondo industrializzato che ha ottenuto maggiori successi nell’ambito dell’educazione alla lettura nonostante l’alto tasso di immigrati. Come c’è riuscita? Attraverso il Reading Recovery Program un’azione complementare alla didattica tradizionale, che prevede che i figli degli immigrati abbiano un sostegno gratuito quotidiano fornito da tutor-insegnanti altamente specializzati.
Nella fase di alfabetizzazione e studio della nuova lingua della nuova lingua, gli immigrati non hanno bisogno solo di insegnanti appositamente formati. Perché i risultati siano apprezzabili, è indispensabile che abbiano a disposizione testi interculturali che possano armonizzare i linguaggi e le culture. In Belgio la piccola biblioteca del mondo O Mundo è un progetto per i bambini immigrati che entrano nelle scuole primarie e vengono immersi nella cultura del luogo in modo spesso troppo repentino e diretto. Nella biblioteca trovano libri e albi illustrati che consentono loro di mantenere l’indispensabile collegamento con la lingua madre e le tradizioni dei paesi di provenienza.

Francesca Fughelli

Questo articolo fa parte di Bloginrete de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love srl e Scoprire cose belle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.