Riccardo Scandellari definisce le sue giornate in ufficio «la noia più completa», ma quei momenti di routine apparentemente statica sono il volano per le attività dei milioni di follower che lo seguono. Skande è un professionista che genera fiducia, esattamente come lui stesso la intende «la somma di coerenza, competenza e risultati». È quell’amico che ha sempre un punto di vista da proporti con un atteggiamento di grande rispetto per ciò che fai e che sei. Un punto di vista che sai provenire dalla sua instancabile passione e curiosità per ciò che fa. L’ho intervistato a ridosso dell’uscita del suo libro Rock’n’Blog e prendendo spunto dalle sue risposte ti invito a fare un viaggio in ottima compagnia.
Risale a sei anni fa il nostro primo incontro tra le fila dei social media. Lui era già riconosciuto come un professionista che stava facendo la differenza, io ero impegnata a costruire il mio prossimo futuro. Quell’incontro virtuale è stato prezioso per me sotto tanti punti di vista. Lo è stato davvero.
Diamo valore a chi segue e commenta il nostro lavoro
Da Riccardo ho colto tante ispirazioni negli anni ma una la porto con me dopo averla letta a quei tempi da qualche parte sui social. Credo di non averglielo mai detto. Rispondi sempre, dai valore a chi segue e commenta il tuo lavoro, suonava più o meno cosi. Non ho mai smesso di farlo. Quando mi capitano giornate di impegni davvero pazzeschi, di quelle in cui l’unica cosa che voglio fare è spegnere tutto e prendermi il tempo, risuonano in me quelle parole. E allora dedico le mie energie alle persone che, prima di me, hanno dedicato le loro a un commento o una condivisione del mio lavoro. Lo trovo un atto di gratitudine importante. E me lo ha insegnato Skande: non solo con quelle parole ma con il suo esempio quotidiano. Lo fa, lo fa davvero su ogni account social.
«Curare bene il proprio Brand è un vero lavoro che richiede competenze non comuni. Si tratta di conoscere se stessi, di conoscere i fondamenti della comunicazione e tutta una parte tecnica a supporto. Non è una cosa che si improvvisa, ma si costruisce negli anni. La preparazione è la parte fondamentale, ma sarà con l’atteggiamento che ci faremo bene o male – racconta Skande a proposito della responsabilità che abbiamo quando facciamo Personal Branding, un’attività che interessa tutti.
Ognuno di noi è un brand
Sì, perché non possiamo farne a meno. Non possiamo nasconderci dietro un “lo faccio” o non “lo faccio”, piuttosto possiamo decidere se investire o meno su di noi e la nostra professionalità. Possiamo scegliere se farlo con consapevolezza o lasciarlo al caso. «Ognuno è un Brand, lo era anche prima di Internet, solo che ora siamo più esposti nel bene e nel male. Quindi dire che “non fa per me” significa vivere in un’illusione» afferma Scandellari.
Qualche tempo dopo il nostro incontro virtuale, ci siamo trovati speaker assieme a un evento. Ce ne sarebbero stati altri in futuro ma quello lo ricordo perché ha sancito il nostro incontro offline. Mi avevano riservato un posto accanto a lui in una location nel cuore di Venezia che da sola bastava a raccontare il valore dell’autenticità e della bellezza. Io ero in arrivo da Milano. Riccardo era già in platea.
Ha scattato una foto della sedia a me riservata e l’ha pubblicata su Facebook per dirmi che lì c’era il mio posto.
Mi ha stupita quel gesto: vi ho visto il senso della condivisione autentica. Ci ho letto un atteggiamento di profonda umiltà e partecipazione. Lo avevo già notato online, certo, ma trovarne conferma è stata per me una scoperta straordinaria. Sociologi e psicologi ci raccontano che, quando incontriamo una persona, impieghiamo pochi secondi a farci un’idea.
L’autenticità è una percezione nel cervello di chi ci vede
Cosa accade online? L’ho chiesto a Skande: «La stessa cosa. Il nostro cervello pigro ci mette una frazione di secondo a determinare il feeling verso una persona. Questo non significa che sia una sentenza senza appello, ma se partiamo male si lavora in salita». E Riccardo era già partito benissimo con me. Quell’incontro è stata la conferma della sua incredibile coerenza di contenuto e di atteggiamento. «L’autenticità è una percezione nel cervello di chi ci vede. Noi non possiamo fare altro che essere aderenti a quelli che sono i nostri ideali e ai comportamenti che abbiamo anche offline». L’autenticità si sceglie e una volta scelta va portata avanti con determinazione e impegno.
Perseveranza. È ciò che fa la differenza. «Credo che tutti abbiamo un fuoco sacro per qualcosa, se seguiamo quella cosa non possiamo sbagliare. Piuttosto accade che quel qualcosa non abbia un mercato. Il problema sta qua». Il fuoco sacro, certo, va alimentato con l’impegno quello stesso che Riccardo alterna tra giornate intense davanti a un monitor
«a scrivere, rispondere a mail, fare preventivi e gestire chiamate di clienti e amici » e altre in giro per l’Italia a condividere tra clienti privati, formazione ed eventi. Un lavoro incessante, fatto con passione, che alimenta la competenza e produce risultati.
Ci vuole strategia? Sicuramente si, quella che nasce in seno alla competenza, ma ci vuole anche il cuore, come conferma Riccardo: «parli con uno che la strategia l’ha imparata negli ultimi mesi. Il cuore davanti a tutto». Una cosa è certa, che si tratti di cuore o strategia nella mente occorre sempre avere l’idea che «il rapporto con i lettori è una delle priorità. Forse un giorno lo sarà anche per i grandi media».
La fiducia si costruisce con la coerenza
Coerenza, competenza e risultati generano fiducia. L’equazione perfetta per costruire il proprio Personal Branding in modo efficace e per stare al mondo facendo la differenza. E se tutto questo diventa un esempio allora saremo certi di essere d’ispirazione ad altri che metteranno in pratica l’equazione. Ho sempre un occhio attento a chi ogni giorno dedica le proprie energie, il tempo e lo studio agli altri e Riccardo è certamente tra queste persone. Sia chiaro, non è il lavoro che si sceglie ma è come lo si fa che porta valore alla comunità.
E se si diventa consapevoli del valore che gli altri portano a noi allora si trova anche quella motivazione in più che ci spinge a generare fiducia, lavorare con coerenza e mantenere alto il livello della competenza. Sempre con entusiasmo.
«Sono grato a tanti. Chi mi scrive, chi condivide, chi dimostra un gesto di apprezzamento » afferma Riccardo aggiungendo che «le piattaforme social sono luoghi in cui si può mostrare gratitudine. Sta a noi percepirla e dispensarla».
E allora grazie Skande per le tue interminabili ore in ufficio e in giro per l’Italia senza le quali tanti blogger, influencer e imprenditori di valore non sarebbero nati.
Foto di Massimiliano Fabrizi
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