C’è una cosa ancora più importante del saper dire di No, ed è saper ricevere un rifiuto. Per quanti no hai faticato a dire ce ne sono probabilmente altrettanti – se non di più – che ti hanno ferito. Il no è una sillaba di una potenza incredibile. Saper ricevere un No non è cosa da poco ed è ciò che ti trasforma in una persona resiliente, decisa, determinata.
Il No fa male. Ci sono poche considerazioni da fare: ricevere un No è un’esperienza molto profonda e personale che va a toccare delle corde delicatissime della nostra personalità. Cosa succede quando riceviamo un no? Tremano le certezze, vacillano i sogni, crescono i dubbi.
Ma un No cosa rappresenta?
Nel nuovo episodio Tv voglio guidarti a una nuova visione del No in modo che tu possa prendere consapevolezza del suo reale valore e di come poterlo rendere efficace per il tuo cammino.
E ora che sai il valore di no ricordatene quando dovrai dirlo tu a qualcuno. Il no fa male ma può essere anche un trampolino meraviglioso verso nuove opportunità. E in ogni caso: è un’opinione personale.
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Perché é cosi importante saper ricevere un no? Perché il modo in cui reagisci a un rifiuto determina il tuo atteggiamento, la tua attitudine. Tutto quello che ci accade nella vita può abbatterci o elevarci e non c’è nessuno al di fuori di noi che può avere il potere di fare questa scelta importante. O forse sarebbe meglio dire che non dovremmo delegare nessuno a questa scelta.
Il nostro atteggiamento è fondamentale per affrontare tutto quello che accade nella nostra vita, anche un rifiuto.
Ottimo argomento. In effetti, quando si riceve un “NO”, ci crolla il mondo addosso.
Forse perché ci aspettavamo (e ci aspettiamo) che tutti accettino le nostre opinioni, le nostre azioni, o il nostro modo di essere e di fare.
Vogliamo essere accettati, ci crediamo persone ottime che fanno cose ottime, e così, quando ci dicono “No”, noi non ci siamo.
Che sia anche un caso di eccessivo egocentrismo? Forse è causa di un’ educazione che ci ha dipinto sempre come bravi e infallibili?
Di certo, è bene mettere in conto che non potremo non essere sempre i migliori, che non siamo necessariamente i peggiori, e che ci sarà chi ci dirà “sì” e chi ci dirà “no”. Accettare, forse, è il primo passo.
Ciao Assunta, complimenti per il tuo lavoro, era da molto che non leggevo un tuo post.
Buon proseguimento a te! :)