Siamo tutti connessi. Ognuno di noi, oggi, ha la possibilità di leggere le notizie e ricevere informazioni in tempo reale più di quanto possa essere accaduto nella storia dell’umanità. Quello che vogliamo, per lo più gratuitamente e sempre a portata di mano.
Non abbiamo solo accesso facile alle notizie: anche a altro genere di informazioni. Vita privata dei personaggi pubblici, opinioni condivise in modo dirompente. Motivo per cui si parla di informazione come intrattenimento volta ad accontentare la curiosità dei lettori.
Questo fenomeno che ci consente di avere maggiore accesso alle notizie, è anche il motivo per cui scegliamo di rifiutare l’informazione. Negli ultimi anni crescono le ricerche universitarie e scientifiche che parlano della tendenza al rifiuto delle notizie. Le persone rinunciano volentieri alla lettura e all’ascolto delle news: per lo più la ragione è l’effetto negativo che hanno sul mood delle proprie giornate e in secondo luogo il sospetto che non siano notizie vere. Questo emerge anche da una recente indagine condotta da Reuteurs Institute e Oxford University su 75mila lettori online di 38 Paesi del mondo. Risultato: una persona su tre sceglie di non leggere le notizie. O almeno crede di farlo.
Isabelle Roughol, editor di Linkedin, ha scritto un post commentando questa indagine e chiedendo ai suoi follower di raccontare la propria esperienza con le notizie. Le persone hanno lasciato diversi commenti che ho trovato interessanti sul come sia generalizzata la mancanza di fiducia nell’operato dei giornalisti. La scelta è quella di proteggersi dall’effetto negativo dirompente delle notizie, dalla frustrazione generata dalle storie lette, dalla percezione di leggere contenuti manipolati, dal desiderio di stare alla larga dallo stress e dalla stanchezza dovuta alla mancanza di soluzioni rispetto ai problemi proposti.
Mi sono presa il tempo di leggere questi commenti e ho estrapolato alcune riflessioni.
- Siamo stanchi di essere depressi, stressati e spaventati. E non abbiamo bisogno di illusioni positive ma di problemi che vengono raccontati con soluzioni possibili.
- Si tende a credere che se la notizia è abbastanza importante allora in qualche modo ci raggiunga magari grazie alla condivisione di altri. Eccessiva fiducia nei social media probabilmente e nel buon vecchio passaparola. Una scelta che può anche rivelarsi interessante se non fosse che potremmo rischiare di perderci qualcosa.
- Questo continuo accennare alla fake news ha generato una mancanza di fiducia e credibilità nella stampa. Leggere con il punto di domanda è diventata quasi normalità per molti. Soluzione: leggo per intrattenermi e non per informarmi.
Queste riflessioni mi fanno pensare che non sia in realtà possibile stare alla larga dalle notizie e forse non è quello che realmente desideriamo fare. Per come siamo immersi negli strumenti e nelle opportunità digitali oggi finiamo per leggere comunque una storia. Senza dimenticare la nostra propensione al voler sapere e alla curiosità che ci spinge, in qualche modo, a rintracciare almeno una notizia qua e là. Vera o falsa, approfondita o meno, positiva o negativa, con problemi o soluzioni: le notizie attirano la nostra attenzione.
Forse non è più il caso di illuderci di poter evitare il flusso di informazioni ma piuttosto è arrivato il momento di scegliere come informarci. Quale atteggiamento decidiamo di avere di fronte alle notizie?
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