Siamo nell’era più pacifica della storia dell’umanità. La prima volta che ho letto questa frase l’istinto è stato quello di rispondere “ma non è possibile” . Poi la curiosità mi ha portato ad approfondire. Ad affermare che siamo riusciti a creare il mito della violenza pur vivendo in un’epoca pacifica rispetto ai fatti storici è Steven Pinker, scienziato cognitivo americano che ha completamente sovvertito il concetto di violenza cosi come lo abbiamo reso nostro.
Il lavoro di Steven Pinker è davvero molto interessante e per me è stato importante nel percorso di studio e approfondimento del giornalismo costruttivo. Mentre mi stavo chiedendo se fossimo davvero certi che non esistessero notizie di ispirazione o buone notizie che potessero riempire le pagine dei giornali ho incrociato il lavoro di Pinker e ne sono rimasta estasiata.
“L’esistenza quotidiana cambia molto se si è assillati dalla preoccupazione di essere rapiti, violentati o uccisi scrive lo scienziato nel suo libro “Il declino della violenza” – possiamo vedere il mondo attuale come un incubo di criminalità, terrorismo, genocidio e guerra, o viceversa come un periodo che, sul metro di misura della storia, è benedetto da livelli di pacifica coesistenza senza precedenti”.
Ci siamo abituati alla violenza. E l’abitudine, spesso, è assuefazione. Come scrivevo in un articolo precedente abbiamo bisogno di tornare a credere nelle brave persone e in una natura umana migliore di quella che ci viene presentata e alla quale ci siamo abituati.
E’ naturale che si possano sempre riempire i telegiornali con le notizie più tragiche con il risultato certo di provocare paura nelle persone. Una scelta che porta a un’idea della violenza che non ha alcun rapporto con le sue proporzioni reali. Semplicemente si tratta di un punto di vista.
Nel suo libro Pinker osserva il quadro complessivo della storia dell’umanità e, dati alla mano, ci mostra un mondo sempre meno violento. Questa tendenza alla diminuzione della violenza è stata costante nei millenni oltre che nei secoli, nei decenni e negli anni.
Qual è il meccanismo che ci porta a sopravvalutare i livelli di violenza nella nostra realtà? E’, nemmeno a dirlo, il lavoro dei media che sono incentivati a puntare su storie drammatiche a prescindere dalla proporzione rispetto ai fatti positivi.
Prima ancora di raccogliere tutto il suo lavoro nel suo libro, Pinker ha tenuto una conferenza Ted affascinante in cui afferma:

Dovrebbero costringerci a chiederci non solo: Perché c’è la guerra? Ma anche: Perché c’è la pace? Non solo: Dove stiamo sbagliando? Ma anche: Cosa stiamo facendo nel modo giusto? Perché è chiaro che abbiamo fatto molte cose nel modo giusto, e sarebbe davvero bello scoprire quali.

Recuperiamo questa attitudine al bello, al costruttivo e positivo. Torniamo a farci le domande che conducono alla visione complessiva perché altrimenti il mondo lo guardiamo a metà.