Celebrare i propri successi con l’idea di essere ancora sulla strada della scoperta. Non essere mai arrivato ma avere ancora tanto da imparare. Queste sono le caratteristiche di chi abbraccia l’umiltà. Sebbene ci abbiano spesso passato l’idea che una persona umile sia passiva, sottomessa e insicura, in realtà non è cosi. Le persone umili sono esattamente l’opposto.
L’umiltà è la caratteristica di chi si sente sempre studente della vita. Non perché non creda in ciò che ha appreso ma perché sa bene che molto c’è ancora da scoprire. Le persone umili hanno fiducia in se stessi, sono competenti, cercano di crescere sempre. Sono persone che lasciano parlare i fatti piuttosto che le parole. Nella mia vita ho avuto la gioia di conoscere e osservare persone di autentica umiltà. Una caratteristica ho notato in tutti loro: la capacità di ascoltare.
Provate a pensare alle conversazioni della vostra vita. Quante volte vi siete trovati di fronte a persone che non smettevano mai di parlare, più interessate a raccontarvi di loro che non a sentire di voi. Sono le persone che riempiono i silenzi della conversazione non ascoltando ma aspettando di poter parlare di nuovo. Ciò che hanno da dire, per loro, è più interessante di ciò che avete da dire voi.
Una persona umile ascolta attivamente. E’ davvero li con tutto se stesso per ascoltare ciò che avete da dire. Non tenterà mai di dominare la conversazione o di parlare sopra gli altri. Perché si comporta cosi? E’ curioso.
[Tweet “La persona umile è una persona curiosa.”]
L’umiltà è una caratteristica del proprio atteggiamento che, come ogni altra, si può allenare. E’ una virtù associata ad altri stati d’animo positivi: compassione, apertura, speranza, accettazione, ottimismo. E curiosità, naturalmente.
Come si può allenare la propria umiltà e rimanere studenti della vita?
Il primo passo è naturalmente la consapevolezza di non essere umile. Un passo, per la verità, difficile per chi pensa di esserlo e non lo è. Per poter comprendere il proprio stato di umiltà si può cominciare a chiedere: come qualcun altro potrebbe migliorare la mia idea? Posso ottenere nuove ispirazioni da altri? Queste due domande generano alcune sensazioni – fisiche ed emotive – inequivocabili per chi vuole ascoltare. Se c’è disagio allora la propria umiltà va allenata ancora, se si è felici di sapere che qualcun altro può portarci ispirazioni utili allora si è dei veri studenti della vita.
Se occorre allenare la propria umiltà c’è solo una cosa da fare: domandare. Interessarsi agli altri è l’atteggiamento di chi vive nell’umiltà. Riconoscere che la storia di una persona è importante e merita di essere ascoltata. Prima di relazionarsi con una persona è bene chiedersi: se la incontrassi per la prima volta quali domande gli porrei per conoscerla meglio?
Potrebbe apparire macchinoso all’inizio ma come ogni nuova modalità appresa poi diventa nostra, ci appartiene e diventa naturale.
Esiste, però, un’altra caratteristica della persona umile: non si sente mai vittima delle situazioni. Non penserà mai che qualcuno abbia da dire sul suo lavoro, non misurerà mai i suoi risultati con altri e non sarà mai portato a distruggere il lavoro altrui per elevare il proprio. L’umile non è vittima, è una persona di successo perché dà sempre il meglio di sé con la consapevolezza di poter imparare dagli altri.
[Tweet “La persona umile riconoscerà sempre il valore di ciò che ha ricevuto e di chi lo ha donato.”]
La persona umile è una persona grata. Numerose ricerche scientifiche hanno definito quello tra umiltà e gratitudine un rapporto che genera un reciproco rinforzo. Più sei grato autenticamente più ti senti umile e più sei umile più alleni la tua gratitudine.
Allenare la propria umiltà è la chiave del successo. Sempre con l’idea che il successo sia la conduzione di una vita basata sul rispetto degli altri, sulla generosità, sulla condivisione del proprio sapere come dono agli altri e sulla curiosità che ci porta altrove. Là dove le storie di chi incontriamo possono condurci.
[Tweet “L’umiltà ci porta altrove. Là dove possono condurci le storie di chi incontriamo.”]
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