Possiamo ottenere tutto ciò che vogliamo. È solo una questione di chiarezza, definizione di una strategia, pianificazione e determinazione. Definito questo ci si mette al lavoro, si persevera, si apprendono lezioni e si arriva al nostro traguardo. Il percorso appare chiaro, l’ambizione di una propria felicità anche. Manca qualcosa però: la consapevolezza del nostro talento. Un percorso di crescita personale onesto non può prescindere dalla definizione e dal riconoscimento dei propri valori e dei propri talenti. Raggiungere ciò che vogliamo con questa chiarezza in più è un’esperienza del tutto diversa.

Autenticità: ci si arriva con l’onestà verso se stessi

Quando leggo o sento parlare di definire il proprio sogno e trasformarlo in obiettivo, mi torna in mente quel periodo della mia vita in cui avevo deciso di essere una editor. Avevo pianificato tutto sulla base dell’esperienza di un’amica dell’università che si stava affacciando a questo lavoro. Restavo incantata per ore ad ascoltare come trascorreva le sue giornate. Trovavo affascinante leggere così tanti libri, incontrare gli autori, esplorare la lingua italiana. Ero convinta: sarei diventata una editor.

Ho fatto tutto ciò che andava fatto: chiarezza, pianificazione a breve e lungo termine. Ho iniziato a compiere i primi passi. Qualcosa, però, non quadrava. Intoppi per lo più. Nonostante questo, avevo deciso di perseverare e raggiungere i miei obiettivi. Nulla poteva fermarmi. Tranne l’insegnante di Lingua e Letteratura Francese (con cui poi mi sarei laureata) che mi disse: «ma tu sei certa di voler diventare una editor? Perché non credo sia questo il tuo più grande talento. Tu devi scrivere.». Touchée direbbero i  francesi, appunto.

Così è iniziata la mia carriera da giornalista e autrice: da una consapevolezza avviata da una voce fuori campo e compresa dopo una lunga riflessione.

La crescita personale, come la intendo io, è questa: ascoltarsi e ascoltare. Sarei sicuramente diventata una editor (vista la mia tenacia) ma non una professionista così capace e utile agli altri. Questo ruolo mi sarebbe sempre apparso forzato.

Cosa ti puoi permettere di fare per mantenere la tua autenticità?

La domanda chiave, secondo me, è proprio questa. Stefano Pigolotti, autore de libro “Il tuo destino è sbocciare”, insiste molto su questo aspetto. Coach di grandi personaggi dello sport e fondatore di SkillsEmpowerment, Stefano afferma tre concetti chiave su cui mi sono soffermata leggendo il suo libro.

«Non è vero che “ce la posso fare”. Dobbiamo saper identificare i nostri talenti e le nostre attitudini per permetterci alcune cose».

Una prima riflessione, quindi, ci spinge a raggiungere una consapevolezza sincera su ciò che è fatto per noi. Facendo un salto nella spiritualità mi viene da dire che dobbiamo cercare il motivo per cui siamo qui, ora. Quanto al concetto di perseveranza, anche Stefano Pigolotti lo sposa ma a una condizione: trovare prima la strada giusta. Altrimenti si rischia – come stavo rischiando io – di perseverare in qualcosa che non ci appartiene.

La perseveranza è la capacità di tramutare in sogni e le attese in realtà: è un commutatore di visioni.

Stefano Pigolotti

Ultima considerazione: gratifichiamoci. «Riconoscere con gioia ciò che è stato compiuto è fondamentale per creare uno stimolo che ci consente di andare avanti, oltre il livello in cui ci troviamo – afferma Stefano.

Non esistono ricette magiche e tantomeno ricette valide per tutti. A ognuno la sua strada, le sue esperienze e i suoi talenti. Talvolta esistono bagliori che ci conquistano e ci spingono a delineare un percorso ma poi, quando si spengono, restiamo noi con ciò che abbiamo realizzato. E se non ci appartiene quello è un momento davvero duro da gestire.

Trovo che il libro di Stefano Pigolotti sia onesto e che sia un invito a una ricerca introspettiva che inevitabilmente porta a quella consapevolezza necessaria per essere felici e superare le aridità della vita.

In questi tempi che ci mettono tutti in vetrina è facile scambiare il sogno di altri con il nostro. Ed è anche facile cadere nel tranello del “se ha funzionato per lui funziona anche per me”. Potrebbe anche funzionare, certo, ma quanto ci sarebbe di autentico?

L’autenticità è un tema chiave in questa epoca storica. Al di là di ogni cosa, come afferma Pigolotti nel suo libro, quello che dobbiamo fare è capire di che pasta siamo fatti e chi vogliamo diventare.

Non c’è bellezza più grande dell’essere come siamo. Ognuno a modo suo. Prova a pensare a ciò che provi quando puoi essere te stesso: impagabile, vero?