Ridimensionare i tuoi sogni per paura di far sentire gli altri inadeguati non ti rende umile. È, piuttosto, mentire. Accade che una parte più spaventata di te stesso possa sminuirti affinché gli altri non si sentano inadeguati. Vuoi proteggerli e così scegli di nasconderti dietro la falsa etichetta dell’umiltà. Risultato : non esprimi il tuo potenziale.
Un atteggiamento, questo, che si trasforma ben presto in una buona scusa per non procedere sulla tua strada. Quando mentiamo sulle nostre ambizioni mettiamo in atto un processo di ingratitudine profondo: non diamo valore al nostro talento, alle nostre intuizioni e a tutto ciò che ci indica chiaramente quale dovrebbe essere il nostro percorso. E questo è molto pericoloso : ci impedisce ti sentirci pienamente autentici. Ci impedisce di realizzare il nostro potenziale.
Brendon Burchard, uno dei coach di crescita personale più noto al mondo, afferma che la propria libertà sta nell’espressione completa di se stessi. Non possiamo pensare di “volare basso” e di sentirci realizzati. (A meno che volare basso non sia la nostra più grande ambizione).
Potrebbe essere, questo, un processo che inizialmente dona una sensazione di benessere e serenità. Di quelle che ci fa sentire in pace con il mondo intero. La domanda è: ma siamo in pace con noi stessi? Perché la vita è nostra, non è del mondo intero.
È tutta una scusa. Questo atteggiamento di ridimensionamento diventa una scusa accettabile per non realizzare ciò che, in realtà, può – e deve, a mio avviso – diventare parte della nostra biografia. Mettiamola così: avremo sempre la tendenza a incolpare gli altri per ciò che non avremo realizzato. «L’ho fatto per loro, per restare umile».
Qui potremmo aprire una lunga disquisizione sull’umiltà e tutti i fraintendimenti che genera questo concetto. Essere umili non significa annullarsi per gli altri. Essere umili è un atteggiamento che ci conduce verso il nostro obiettivo con la consapevolezza che avremo sempre qualcosa di nuovo da imparare e che il successo non è onnipotenza. E non è nemmeno presunzione. L’umiltà, quella vera e non quella utilizzata come scusa, è una insostituibile alleata della realizzazione personale.
Ho dovuto fare pace con questa malintesa umiltà anche io, negli anni. La mia naturale tendenza a giustificare il mio percorso agli occhi degli altri mi ha spinta a non condividere i miei successi e, talvolta, a non voler procedere per non eccedere. Una vera assurdità che ho compreso con il tempo, con tanto lavoro su di me e con l’esperienza che mi è stata donata dalle persone di successo che ho incontrato. Alcune di loro mi hanno mostrato l’umiltà in tutto il suo splendore e mi hanno ispirata a lasciare da parte quella falsa attenzione agli altri che altro non era che la scusa per restare immobile. Comprenderlo non è stato semplice, smettere di trattenere le mie ambizioni nemmeno ma una volta avviato il processo è stato tutto una grande sorpresa.
Ed è stato allora che è iniziato il vero divertimento: in pace con me stessa e con il mondo. In questo preciso ordine.
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